AGROFOTOVOLTAICO: Cos’è e quali sono i suoi Vantaggi

9 Maggio 2021

AGROFOTOVOLTAICO: cos’è e quali sono i suoi vantaggi, articolo di approfondimento per capire come funziona e il contesto italiano

Agro-fotovoltaico è un termine che, a dispetto delle apparenze, è abbastanza conosciuto. Negli ultimi decenni il concetto di sostenibilità è diventato sempre più importante a livello europeo e internazionale e si è fatto strada all’interno di svariati settori, compreso quello agroalimentare. Rispetto a qualche anno fa, è piuttosto facile oggi scorgere per le campagne grandi infrastrutture, un po’ bizzarre, che coprono ampi terreni coltivati; si tratta dell’agrivoltaic system, ovvero del già citato agro-fotovoltaico. Altro non sono che impianti fotovoltaici destinati ai terreni coltivabili. Questi hanno lo scopo di connettere energia rinnovabile, in questo caso la solare, e l’agricoltura.

Agro-fotovoltaico: funziona?

L’idea di questa tipologia di struttura vede il suo principio in un articolo del 1981, “Kartoffeln unterm Kollektor” (Patate sotto i pannelli), scritto da Adolf Goetzberger. Il principio del vantaggio garantito dall’abbinamento solare-agricoltura è stato studiato negli anni a seguire e nel 2010 sono partite delle sperimentazioni che hanno fornito risultati notevoli, come dimostra l’impianto sperimentale di agro-fotovoltaico installato nel 2016 nei pressi del lago di Costanza, in Germania.

Si è notato che questa tipologia d’impianto non solo non disturba l’attività agricola, ma aumenta la produzione grazie ad alcuni fattori; un esempio è l’ombra garantita dai pannelli, che migliora le prestazioni del terreno coltivato e protegge le piante dai climi troppo caldi e secchi, che sfortunatamente causano gravi danni ogni anno in Italia e nel mondo. Anche la temperatura del terreno ne ha giovato perché è stato rilevato che nelle stagioni più calde il suolo era più fresco rispetto al campo agricolo tradizionale.

La dimostrazione dei vantaggi che porta l’agro-fotovoltaico è mostrata dal successo dell’impianto sperimentale tedesco, che ha fornito dati gratificanti sulle colture di cui si è occupato (di preciso sono quattro tipi: patate, trifoglio, sedano e frumento invernale). Infatti, rispetto all’anno precedente l’installazione dei pannelli, le patate hanno aumentato la resa fino al 186% e il frumento del 3%.

Agro-fotovoltaico: solo per ortaggi?

Fino ad ora si è parlato di impianti piccoli, ma in realtà l’agro-fotovoltaico potenzialmente può essere utilizzato per tutti i tipi di coltura poiché i vantaggi sono tanti e garantiscono una maggiore sopravvivenza delle piante e una produzione di qualità. Un esempio è l’esperimento fatto nel 2011 con il fotovoltaico e le piante di kiwi, ma lo stesso può valere per altre piante da frutta oppure le produzioni vinicole. Per quanto riguarda queste ultime, è l’Europa che ha fatto i primi passi, sviluppando un progetto pilota a Roussillon, in Francia, che prevede l’installazione di pannelli orientabili su un vigneto di 7,5 ettari.

I bassi costi energetici e il minore consumo d’acqua hanno spinto molti, negli ultimi anni,a studiare progetti agro-solari per la coltivazione agricola. Per gli impianti di dimensioni medio-grandi si è cercato di trovare soluzioni in grado di convivere con il paesaggio e le altre attività agro-pastorali. In merito è stata pubblicata recentemente una guida sulla convivenza tra attività agricola e produzione di energia solare da parte del National Solar Centre britannico.

L’agro-fotovoltaico non solo si unisce a tutte quelle manovre che hanno l’obiettivo della sostenibilità, ma regala vantaggi enormi che danno la possibilità di produrre di più e meglio e a basso costo. È importante tener conto di questa innovazione tecnologica in continua evoluzione, e anche l’Italia sta cominciando a muoversi in questa direzione. Molti studi, infatti, stanno considerando i benefici dell’agro-fotovoltaico per il paese, tra cui il recupero di aree abbandonate e la tutela della biodiversità.

Agro-fotovoltaico: La situazione in Italia

Per l’Italia l’ambizioso obiettivo contenuto nel PNIEC, realizzare al 2030 circa 32GW, potrebbe rappresentare un opportunità per abbinare ad impianti di produzione energetica anche progetti agronomici. È importante però soffermarci su alcuni numeri per sfatare una volta per tutti i pregiudizi.

Ricordiamo che l’Italia ha una superficie pari a 30,2 milioni di ettari di cui circa il 58% è agricola, il 34% è foresta/bosco, il rimanente 8% è cementificata. Analizzando gli ultimi 30 anni il comparto agricolo ha visto l’abbandono di 5 milioni di ettari di terreno, che però rimane accatastato come agricolo, ma per l’appunto non è più utilizzato, quindi parliamo del 16,5% dell’intero territorio nazionale, abbandonato.

Ma abbiamo già utilizzato aree agricole per il fotovoltaico perché dedicarne altro?

Il Fotovoltaico realizzato a terra ha coperto (senza cementificare) lo 0,03% del territorio. Ricordiamo che è ormai affermato che la realizzazione dell’impianto non inquina anzi fa riposare prendendo in prestito il terreno per 30 anni. La realizzazione dell’impianto è quasi totalmente reversibile. I contro-benefici però hanno un peso non indifferente in termini di produzione d’energia elettrica.

Analizzando il caso peggiore, realizzare tutti e 32 GW su superfici agricole, l’estensione che sarebbe utilizzata è stimabile in c.a. 64.000 ha, circa lo 0,2-0,3% dei terreni agricoli disponibili a fronte di progetti agrofotovoltaici che innoveranno l’agricoltura con soldi privati, aiuteranno la biodiversità, produrranno energia da fonte rinnovabile aiutando anche il 99,8% degli altri terreni agricoli restanti (messi a dura prova da produzioni monoculture, intensive, abuso di pesticidi/sostanze chimiche, cambiamenti climatici) creeranno indotto e lavoro favorendo la ripartenza dell’economia…oltre a tutte le tasse che queste iniziative private porteranno. Non è questa #PublicaUtilità? Dimenticavo questi impianti sono #SENZAINCENTIVI venderanno sul mercato alle stregua delle centrali a carbone turbogas e compagnia bella… facendolo senza inquinare e utilizzando come materia prima gratuitamente il sole!!

L’obiettivo comune non deve essere demonizzare queste installazioni ma chiudere le centrali a carbone e a gas, il vero nemico dell’ambiente, e per farlo l’unico modo è installare impianti a fonti rinnovabili meglio ancora se abbinati all’agricoltura.

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