
Come anticipato dall’onorevole Crippa, lo schema definitivo del decreto FER è pronto.
Il documento ora è stato inviato al ministero dell’Ambiente per il parere di concerto.
Ricordiamo che per poter esser operativo il decreto oltre al concerto da parte del Ministero dell’Ambiente dovrà essere sottoposto alle approvazioni in conferenza Stato-Regione e da parte dell’ARERA e dall’Unione Europea.
Il 25 settembre scorso il sottosegretario aveva incontrato le associazioni di categoria per avere un confronto in riferimento allo schema contenuto nella bozza.
Crippa aveva già anticipato che alcuni suggerimenti ricevuti dagli operatori erano già stati adottati e che altri sarebbero stati attenzionati dallo staff.
È stato apprezzabile la volontà del Ministero dello Sviluppo Economico di avere un confronto diretto con gli operatori di settore al fine di verificare le criticità e nel limite del possibile cercare di trovare una soluzione.
Come più volte sottolineato questo decreto è basato su uno schema dettato dalla vecchia legislatura e si va a collocare come decreto ponte di una strategia di governo più ampia, ma che necessariamente avrà bisogno di più tempo per essere attuata.
In particolare, in attesa di ricevere il nuovo testo, le modifiche comunicate che sono state introdotte sono le seguenti:
Crippa ha confermato che non ci sono stati i tempi tecnici per poter rivisitare in toto lo schema, ma ci si è adoperati per creare uno strumento di rapida attuazione causa anche gli oltre due anni di ritardo.
Di fatto il governo negli ultimi anni, avendo raggiunto il target fissato nel 2007 per gli obiettivi al 2020 con ben 5 anni di anticipo rispetto a quello che era l’obbligo imposto a livello comunitario, è rimasto in standby semiparalizzando di fatto il comparto rinnovabili.
Questa mancanza di continuità ha fatto si che il target imposto per il 2030 risulta essere molto più ambizioso e difficile da raggiungere.
Se si fosse data continuità al settore si avrebbe da una parte mantenuto una stabilità economica lavorativa per gli operatori e ad oggi si avrebbe almeno un installato di 8-10 GW superiore.
A nostro avviso questo decreto servirà solo a dare uno stimolo alla ripresa, ma sicuramente non consentirà di raggiungere un regime che consentirà di raggiungere al 2030 un installato che di solo fotovoltaico si aggira interno ai 50-60 GW necessari per la produzione di energia green e raggiungere gli obiettivi UE.
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